giovedì 22 luglio 2010

Sipario


Inauguro con molto piacere e con una certa emozione questa rubrica dedicata a Belpasso.

Ringrazio la redazione di Sciara che, nella persona di Antonino Recupero, mi ha proposto di mettermi alla prova scrivendo del paese, dei suoi luoghi, delle sue storie.


Ho scelto U viulinu di Peppi come titolo, perché ha in sé il principio che mi sono posto accettando la proposta. 
Peppi, naturalmente, è quel Giuseppe Vitaliti, rimasto nelle scarsissime cronache e nella leggenda paesane come Peppi i’ Mappassu *.
La sua foto mentre suona il violino è nell’immaginario dei belpassesi, quanto un’immaginetta sacra.
Della sua vita si sa poco e quel poco è bastato a renderlo personaggio. 
Di lui si ricordano pochi aneddoti, dai quali emergono la semplicità dell’uomo, la schiettezza (“Ma ricotta brigaderi"), la sensibilità, il disagio della vita per strada.

Doti che, non possedendo in quell’abbondante misura, proverò almeno a descrivere.

Il violino, che forse non sapeva suonare, è simile alla penna che presuntuosamente ho scelto come strumento. Altrettanto versatile, che è capace di incantare, così come di irritare.

Farò del mio meglio per non annoiarvi. Tra tutti gli esiti possibili credo sarebbe il meno buono.
Con una frequenza regolare, spero bimensile, la rubrica si occuperà dunque di storie belpassesi, correnti e passate, grazie al contributo dei pochi amici che con me hanno il piacere di chiacchierare e di condividere questo stravagante interesse per il ricordo, per la memoria e la trama di rette e di traverse intersecate da più di trecento anni.

Trattandosi di un rubrica ospitata da un blog sarà possibile pubblicare dei commenti. Non è mia abitudine sottoporli a vaglio preventivo, dunque saranno pubblicati automaticamente. 
Spero possano rivelarsi uno strumento utile e non una sgradevole occasione per fare pollaio. Tenetevi dentro i limiti del buon senso e della civile conversazione.

Buona lettura.


* "Una sera Peppi aveva fame, come sua abitudine vide che la porta della dispensa di proprietà di Don Pasquale Crispino, era aperta senza pensarci due volte entrò e siccome all'interno vi erano tantissime pezze di formaggio  ma soprattutto ricotta, cominciò a mangiare , Don Pasquale sentendo dei rumori e credendo di essere derubato, chiudette la porta a chiave e scappò di corsa a chiamare i carabinieri, ma il brigadiere arrivato sul posto , per lo stupore di tutti, trovò Peppi imbrattato di ricotta che mangiava, il quale sorridendo esclamò " Ma ricotta, brigaderi."  (http://web.tiscali.it/prolocobelp/peppi%20mappassu.htm)

3 commenti: